Fa impressione il sommario di una notizia del Quotidiano del Canavese: Cento giorni sono i tempi necessari per il cantiere che dovrà eliminare i massi più imponenti della frana di regione Chiappetti, quelli, per intenderci, che ad ogni pioggia si muovono verso il basso e rischiano di cadere sull'autostrada.
Spiega poi l’articolo: “La giunta comunale di Quincinetto ha approvato il piano dei lavori che, per non perdere il finanziamento di 4 milioni di euro già stanziato dal ministero, dovranno partire entro il 10 aprile 2020. Circostanza che impone a tutti gli enti coinvolti di non perdere tempo. Il tratto chiuso sarà di appena un chilometro e mezzo ma il traffico dovrà uscire necessariamente ad Ivrea e Pont-Saint-Martin. In mezzo non ci sono altri caselli. Auto e camion saranno quindi dirottati su 17 chilometri di viabilità alternativa, attraversando diversi Comuni della zona. Gli stessi che stanno studiando un piano del traffico per evitare ingorghi clamorosi.
Cento giorni di chiusura della Torino-Aosta, previsti in teoria la prossima primavera, avranno ovviamente ripercussioni su tutta la zona, anche con i collegamenti per la Francia. Per questo non è escluso che la protezione civile dichiari lo stato di emergenza. Anche perchè per tre mesi abbondanti non sarà garantito un rapido collegamento stradale con tutta la Valle d'Aosta. Secondo il piano dei lavori, per l'eliminazione dei 30mila metri cubi di rocce serviranno due tonnellate e mezzo di
esplosivo“.
Questa storia - che appare come un fulmine a ciel sereno - preoccupa MOUV’ e ce ne occuperemo per capire bene conseguenze e misure per limitare i danni dell’apertura del cantiere, che immaginiamo dovrà occuparsi non solo dell’area Chiappetti, ma anche dei problemi strutturali del ponte fra Statale 26 e centro di Quincinetto.